Chiedere aiuto ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta per affrontare un particolare momento di difficoltà che investe le nostre vite, può spesso apparire una decisione difficile da prendere. Nel compiere questo passo, si può essere dominati da un profondo senso di vergogna e diffidenza, che, uniti al timore di dover condividere le proprie emozioni e alla paura di essere giudicati, rischiano spesso di farci desistere.
Chiedere aiuto, però, non vuol dire ammettere una sconfitta o mostrare di “essere malato”, ma, al contrario, significa avere il coraggio di mettersi in discussione per comprendere i propri disagi.
Come primo passo, ritengo, quindi, fondamentale accogliere la richiesta che la persona mi rivolge e fornirgli uno spazio in cui potersi sentire riconosciuta e accettata nel proprio valore, nel proprio malessere e le proprie paure. In questo spazio, sicuro e privo di giudizi, l’individuo sarà accompagnato nell’espressione dei vissuti e stati d’animo e riceverà quell’ascolto attento e rispettoso che i suoi racconti meritano di avere.
Allo stesso modo, ritengo, poi, di primaria importanza, favorire il coinvolgimento del paziente (adulto o adolescente) nella definizione degli obiettivi da perseguire e nell’individuazione del percorso più adatto da intraprendere; una strada che lasci, tuttavia, alla persona il tempo psichico per percorrerla e che non la veda costretta a compiere passi che non è ancora emotivamente pronta a fare. Accompagnare il paziente nella scoperta e nella conoscenza di sé e del proprio mondo interno è, infatti, tanto complesso e importante, quanto il consentirgli di farlo secondo l’“orologio” della sua psiche.
Attraverso una relazione terapeutica basata sulla fiducia, sul supporto e sulla comprensione, l’individuo avrà la possibilità di modificare i propri modelli relazionali disfunzionali e imparerà ad utilizzare quelle risorse fin a tale momento inespresse, per fronteggiare in maniera nuova e differente il disagio che sta vivendo.
L’espressione più libera e autentica di sé stessi, attraverso la relazione terapeutica, favorirà, con il tempo, una riduzione della sofferenza emotiva e una parziale ridefinizione delle problematiche, che potranno, così, essere valutate con una prospettiva differente.